Stasera alle 21.30 sono al cinema BELTRADE, via OXILIA 16 fermata MM Pastuer, per assistere e commentare con il regista Alberto Fasulo il film “GENITORI” . Molto interessante e pieno di stimoli sui grandi interrogativi della vita non solo per coloro che hanno figli disabili. Ecco la mia recensione fatta dal festival di Locarno

Genitori” è un documentario frutto della collaborazione tra il regista Alberto Fasulo e l’associazione Vivere Insieme di S. Vito al Tagliamento. Il film riprende quanto avviene all’interno di un gruppo di autoaiuto di genitori con figli portatori di handicap e consapevoli che “Quando un componente della famiglia è disabile, il rischio è che tutta la famiglia diventi una famiglia disabile”.

La paura del futuro, del dopo di me cosa accadrà? chi se ne occuperà? , la ricerca del lavoro, il senso di colpa, la difficile gestione della sessualità, il rischio che si sfaldi la propria coppia genitoriale, il complesso rapporto con gli altri figli, quelli “normali” oggi forse sacrificati nelle attenzioni quotidiane, se non negli affetti , e domani destinati, per sorte, ad occuparsi del fratello o della sorella invalida. Questi sono alcuni dei temi attorno ai quali si sviluppa una discussione, anche animata, nel gruppo di autoaiuto.

Un documentario nel quale le persone invalide non compaiono mai, seppure sono sempre al centro della scena; perché il merito fondamentale di Fasulo è stato proprio quello di centrare l’attenzione sui genitori, sui famigliari che di colpo si trovano ad affrontare una realtà alla quale nessuno li ha preparati, una vita molto diversa da quella che ognuno aspettava per se stesso; un’esistenza che d’ora in poi condurrai sempre restando un passo indietro, nella quale i tuoi desideri verranno sempre dopo o, più spesso, dovranno scomparire e non avere nemmeno il pudore di presentarsi: non è permesso, non posso permettermelo.

Non ci sono ricette prefabbricate, imparerei giorno dopo giorno, sbagliando e riprovando, quali sono i limiti delle diverse esistenze che convivono sotto lo stesso tetto in un rapporto, quello genitore/figlio destinato a rimanere asimmetrico a senso unico, a dispetto delle fisiologiche stagioni della vita. Imparerai attraverso il confronto con altri a cui la vita ha dato in sorte un destino simile, ascoltando i loro racconti, i loro pianti e l’eccitazione che celebra la conquista di una meta insperata. Sperimenterai la solitudine, i vuoti istituzionali, un welfare fatto troppo spesso di servizi difficili da raggiungere. Litigherai sulla vita sentimentale e sessuale dei tuoi figli: chi chiede l’intervento chirurgico per evitare gravidanze, chi racconta di fidanzati immaginari, chi pensa al sesso a pagamento e chi racconta storie d’amore forse a te incomprensibili, ma che sanno comunque regalare momenti di felicità.

E mentre discuti e ti accalori pian piano diventi consapevole di quanto sia difficile evitare che anche dentro di te prevalgano pregiudizi e paure.

La speranza è che queste due pellicole, seppure molto diverse fra loro, una fiction e un documentario, trovino ambedue un distributore in grado di farle arrivare in contatto con il grande pubblico. Se dovessero restare a disposizione solo dei critici cinematografici e di coloro che già vivono sulla loro pelle questi temi, la società avrebbe perso una significativa occasione per crescere nella propria coscienza civile.

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