Milano, 2 gennaio 2014. Meglio tardi che mai…….Dopo quasi dodici anni dai fatti,due giorni fa, il 31 dicembre, tre dei poliziotti più alti in grado presenti a Genova durante il G8 del 2001 sono stati arrestati per la “macelleria messicana” della notte della Diaz. Sono stati condannati agli arresti domiciliari ed è stata rifiutata la loro richiesta di essere inviati ai servizi sociali.

Spartaco Mortola, Giovanni Luperi e Francesco Gratteri non sono poliziotti qualunque, già nel 2001 ricoprivano incarichi di massima importanza: il primo capo della Digos genovese, il secondo ex dirigente dell’Ucigos e Francesco Gratteri era il numero tre della polizia italiana con la non velata aspirazione di diventarne il capo.

Nei lunghi anni del processo, mentre i magistrati  li inquisivano, le loro carriere progredivano vertiginosamente di promozione in promozione con il beneplacito del governo di turno e con il silenzio del Parlamento; nessuno nella polizia, come nel governo, ha mai sentito la necessità, nemmeno dopo le condanne di primo e secondo grado, di rimuoverli dai loro incarichi.

Anche per queste ragioni la decisone dei magistrati è di estrema importanza ed è stata possibile proprio per l’indipendenza dal potere politico che l’attuale Costituzione garantisce alla magistratura. Certo, agli arresti domiciliari resteranno per pochi mesi, gran parte della pena è stata cancellata dal provvidenziale indulto del 2006 ed altri mesi verranno cancellati dalla buona condotta, ma le decisione dell’ultimo dell’anno prova, tra mille difficoltà, a ribadire un principio fondamentale: non ci sono zone franche, non ci sono impunità garantite dalla divisa che si indossa. Le vittime della violenza perpetrata dagli uomini in divisa la notte della Diaz stanno ancora aspettando da dodici anni una parola di scuse dalle nostre istituzioni; che finora non c’è stata.

Vittorio Agnoletto, già portavoce del GSF, Genoa Social Forum, nel luglio 2001.

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