Un racconto di quello che veramente staaccadendo in Brasile in questi giorni. Le reali mobilitazioni e le azioni
manipolatorie della grande stampa. Con il solito lavorio nella rete di ambienti Usa. Il monito finale sui destini della‘
sinistra che una volta al governo imparano presto i modi delle classi dominanti).
Mi sembra che regni una grande confusione nei notiziari
italiani al riguardo delle manifestazioni che si
svolgono in questi giorni in Brasile. Senzav olere
fare complesse analisi sociologiche, fisso alcuni riferimenti
che forse possono essere di aiuto per una
analisi politica.
Procedo per punti e in ordine cronologico.
1.
Il Brasile è un paese con enormi zone metropolitane,
frutto, qui come altrove, di un capitalismo sfrenato
e predatorio. Ad esempio la metropoli della
Grande San Paolo ospita 20 milioni di abitanti e
quella di Rio de Janeiro 11. In esse convivono ricchezze
e tecnologie avanzate con povertà e abbandono.
La vita può essere difficile, con carenza di
scuole, abitazioni, ospedali e cattiva mobilità.Sono
molto frequenti, direi addirittura settimanali,manifestazioni
organizzate di lotta per il salario, contro
la speculazione immobiliare, per la difesa dellesorgenti,
per una educazione di qualità, contro l’omofobia
ecc.
2.
All’inizio di giugno è stato dato l’annuncio diun
aumento dei prezzi dei biglietti dei mezzipubblici
di trasporto in varie capitali. Subito il Movimento
pelo Passe Livre (MPL, Movimento per il libero biglietto)
si è mobilitato. Il MPL è una organizzazione
nata nel 2005 e che ha come punto di riferimentola
Carta di Principi del Forum Sociale Mondiale. Il
suo obiettivo è che lavoratori e studenti nonpaghino
per l’uso del trasporto pubblico. Anch’io hopreso
parte alle proteste nel 2010 a San Paolo, quando vi
fu l’ultimo aumento delle tariffe. Allora l’amministrazione
comunale era di destra. Il movimento venne
represso con il plauso della grande stampa.
3.
Il MPL ha dato inizio alle sua manifestazioninella
città di San Paolo, manifestazioni piuttosto decisamente
represse dalla polizia del governatore dello
Stato di San Paolo, legato all’Opus Dei. Semprecon
il plauso della grande stampa. Il 13 giugno la manifestazione
di circa 5.000 persone (io ero presente)
fu massacrata con bombe lacrimogene e proiettilidi
gomma. Si alzò un clamore nazionale controquesta
barbarie. Scoppiarono cortei contro larepressione
poliziesca e si rafforzò l’opposizione contro
l’aumento dei biglietti. Altri gruppi sisaldarono alle
iniziative, come i giovani contro le spese perla
Coppa della Confederazioni di calcio, per ladestinazione
del 100% delle royalties del petrolio
all’educazione e altre ancora. Allo stesso tempo il
tessuto democratico del paese riusciva a limitare
l’abuso poliziesco.
4.
A questo punto si verificò un fenomenointeressante
e preoccupante. I grandi mezzi di comunicazione
cominciarono ad appoggiare le proteste e a fare metodici
appelli perché tutti prendessero parte ad esse.
La stessa potente rete televisiva Globo sospesele
sue famose telenovelle per dedicare l’intera programmazione
per incitare tutti a partecipare alle manifestazioni.
Le riprese erano sempre dall’alto, mostrando
una massa amorfa, senza parole d’ordine. E
sempre con l’appello ad andare in piazza per il Brasile.
Punto e basta.
5.
In Brasile è molto sviluppato l’utilizzo diinternet e
delle reti sociali. Da quando nel 2010 sonostate
create centrali, sempre legate ad ambienti USA,per
destabilizzare il governo, la rete è diventata una
zona di guerra a parte. Sono centrali abili e ben mascherate.
In questa occasione da esse cominciarono
a essere convocate in modo massicciomanifestazioni
su tutti i possibili temi. Influenzarono unaparte
della classe media giovanile che scese in strada
con parole d’ordine diluite, dalla difesa degliornitorinchi
in Africa alla salvaguardia dei pappagalli in
Groenlandia.
6.
Poi venne fatto il secondo passo da parte dellagrande
stampa. Ma qui è bene dire qualche cosa
sull’opposizione politica dei partiti di destra.Essa è
piuttosto a pezzi e non è in condizioni diincidere
direttamente. Di conseguenza l’opposizione èfatta
dal capitale legato alla rendita e alla finanza,dai
grandi proprietari, da aree religiose integraliste ecc.
E si esprime con competenza nella grande stampa
della quale è padrone. Stando così le cose, l’opposizione
gridava: la manifestazione è del Brasile ditutti
e quindi … non devono partecipare i sindacati,i
partiti e le organizzazioni sociali.
7.
Viva la festa. Andiamo tutti per strada asfilare. Ma
la lotta di classe esiste e il fascismo nonmuore facilmente.
Gruppi fascisti paramilitarizzati molto ben
organizzati si infiltrarono e cominciarono adattaccare
qualunque manifesto o bandiera di sinistra e a
colpire gli edifici dei municipi diamministrazioni
progressiste. Allo stesso tempo si stringevano alleanze
con il crimine organizzato, con il narcotraffico,
o si pagavano gruppi di bande criminaligiovanili
per una depredazione generalizzata. È risultato
abbastanza chiara la responsabilità dell’attaccocon
bombe al palazzo dell’Itamaraty, il Ministerodegli
Affari Esteri. Gli arresti recenti degli autori di esso
mostrano biografie di criminali comuni di alta pericolosità.
8.
Le sigle che avevano convocato le manifestazioni
come il MPL chiesero la sospensione delles tesse,
denunciando il carattere reazionario e golpistadegli
infiltrati. E allo stesso tempo ottenevano unagrande
vittoria: gli aumenti delle tariffe vennero revocati
nella maggior parte delle città.
9.
Fra le organizzazioni di sinistra in questomomento
è in corso un dibattito sul che fare:partecipare alle
manifestazioni con servizi d’ordine perespellere i
fascisti e portando piattaforme reali dellenecessità
delle masse o al contrario abbandonare i corteiperché
inevitabilmente essi si indeboliranno, come già
accade. E in seguito organizzare le proprie manifestazioni.
Peraltro anche la destra ha ritenuto giunto
il momento di mostrare il proprio volto: per il10 luglio
a San Paolo convoca una manifestazione con il
gentile titolo “Con Dio, per la famiglia, contro il il
comunismo”.
10.
Ma un problema maggiore esiste. E in questigiorni
è risultato visibile. La società brasiliana sista trasformando
ed esige di più. Vuole che i progressi
raggiunti diventino più rapidi, che laspeculazione
immobiliare venga domata, che l’accesso universale
alla salute migliori, come pure quello all’educazione.
Che ci sia più tempo da vivere al di fuori dellavoro
e dei trasporti, che il verde e la cultura vengano
conservati. E molte altre cose.
11.
Per questo sono necessarie risorse umane e finan-
ziarie. Che vanno cercate soprattutto pressocoloro
che le detengono. Quelli di sempre: rentiers,capitalisti
finanziari, speculatori, grandi proprietari. E
anche i signori della borghesia produttivadebbono
essere messi sotto pressione per non pensaresolo a
sfruttare il lavoro ed essere pronti a vendereil paese
al miglior offerente. Come settore di classe essi
partecipano a governi di sinistra. Ma in quelle sedi
fanno di tutto per mettere sabbia negli ingranaggi,
per rallentare, ritardare, se possibile fermare.
12.
Quando la sinistra giunge al governo nasce in molti
il curioso atteggiamento di dormire con i pipistrelli.
I radicali di ieri si trasformano nei superrealisti di
oggi e, forse senza rendersene conto, già stanno
dall’altra parte. Non è un fenomeno solo brasiliano,
ma è arrivato il momento di mandarli a casa ascrivere
le loro memorie. Forse in un altro articolo darò
nome ad essi.
13.
Queste due settimane non sono passate invano.
Hanno aiutato migliaia di giovani a capirequalche
cosa di politica; a ricordare alla sinistra cheil nemico
è sempre lì; ai nostri governi che essi solo sireggono
in piedi se possono contare sull’appoggio di
masse organizzate. E a quelli che si sono rallegrati,
credendo di avere abbattuto i governi popolari dico
che si sono sbagliati. A breve verrà la risposta.
San Paolo, 23 giugno 2013