G8, il medico di Bolzaneto “premiato” dalla Asl 3
MARCO PREVE – Repubblica Genova
La Asl 3 premia il medico genovese che, secondo i giudici della Corte
d´Appello, è uno dei responsabili di quel «delirio di violenze, sopraffazioni,
umiliazioni» che fu la caserma prigione di Bolzaneto durante il G8 del 2001.
Nel 2010, a marzo, Giacomo Toccafondi, seppur i suoi numerosi capi
d´imputazione siano andati in prescrizione, è stato però ritenuto civilmente
responsabile per gli abusi che commise e i comportamenti che tenne, nella
prigione speciale del G8. Ma un anno dopo, quando la direzione generale
dell´Asl 3 ha dovuto stilare la lista dei dirigenti medici più meritevoli, ecco
che Toccafondi compare nell´elenco dei buoni. Non a tutti i suoi dirigenti,
infatti, la Asl 3 ha riconosciuto la voce “retribuzione di risultato” che
premia i dipendenti più efficienti che hanno centrato i loro obiettivi. Si
tratta di 4548,79 euro consegnati al medico che, scrivono i giudici, «anziché
lenire la sofferenza delle vittime di altri reati,
l´aggravò, agendo con particolare crudeltà su chi inerme e ferito, non era
in grado di opporre alcuna difesa, subendo in profondità sia il danno fisico,
che determina il dolore, sia quello psicologico dell´umiliazione causata dal
riso dei suoi aguzzini».All´interno della Asl genovese e dell´ambiente medico
il caso sta facendo discutere. Colpisce, soprattutto, il fatto che la
valutazione sia stata effettuata senza, in apparenza, tenere in considerazione
questioni etiche, morali o assai più semplicemente di buon senso ed
opportunità. Anche se per il processo di Bolzaneto si attende ancora il
verdetto della Cassazione, la sentenza per i fatti della caserma carcere è
stata talmente dura che si pensava avrebbe indotto atteggiamenti più prudenti
negli enti coinvolti, in questo caso la Asl 3 e il Dipartimento
dell´amministrazione penitenziaria presso cui era distaccato il “dottor
mimetica”, come era stato soprannominato per la sua predilezione per
gli abiti militari.
Senza dimenticare che Toccafondi è stato condannato ad un anno per omicidio
colposo per la morte, avvenuta nel 2002, di una detenuta sudamericana rinchiusa
nel carcere di Pontedecimo. La donna era deceduta in seguito ad una malattia
infettiva diagnosticata in ritardo. Sulla vicenda Toccafondi, tra l´altro,
nonostante alcuni pubblici solleciti, anche l´Ordine dei Medici non è mai
intervenuto.
>Ma, a ben vedere, l´assenza di conseguenze per i condannati in appello per le
vicende del G8 è pratica piuttosto diffusa, e lo racconta in dettaglio un
dossier contenuto nell´ultimo numero della rivista Micromega. Al pari dell´Asl
3 si è, infatti, comportato il ministero dell´Interno nei confronti degli alti
dirigenti di polizia condannati, anche loro in secondo grado, al processo per
l´irruzione alla scuola Diaz. Anche in questo caso le parole della Corte
d´Appello sono state terribili: «L´enormità di tali fatti, che hanno gettato
discredito sulla nazione agli occhi del mondo intero, non rende seriamente
rintracciabile alcuna circostanza attenuante generica». Ma la raffica di
condanne a quattro o cinque anni per i falsi, le prove inventate e le lesioni
gravi, senza contare i reati caduti in prescrizione come la calunnia, non hanno
arrestato la carriera di super investigatori come Francesco Gratteri, Gianni
Luperi, Gilberto Caldarozzi,
Vincenzo Canterini, o l´ex capo della Digos genovese Spartaco Mortola di
recente nominato questore. Tutti blindati da un capo, Antonio Manganelli che da
tempo chiede di “dimenticare Genova” e da una politica che da destra a
sinistra, passando per Di Pietro, è sempre stata contraria ad una commissione
parlamentare d´inchiesta.