Andare a votare per il sindaco senza turarsi il naso. Un’esperienza rara, quasi sconosciuta, per chi vive a Milano, per chi si considera di sinistra, per chi crede nei principi morali della trasparenza e dell’onestà, per chi rispetta i valori costituzionali dell’uguaglianza, dei diritti umani e sociali.

Questa volta è possibile cambiare musica; è possibile arrivare a marzo senza doversi vergognare di andare in cabina elettorale, senza dover votare un candidato pronto a giurare fedeltà a qualcuno dei moderni feudatari (Ligresti,Cabassi…).

Non è semplice, non è scontato: il Pd persiste nell’errore e questa volta ha affidato ad un architetto (nel passato era toccato ad imprenditori e prefetto) il ruolo di ufficiale di collegamento con una parte dei poteri forti della città.

Ma ora  nulla sembra scontato: la partita è aperta e Giuliano può vincere. E’ il candidato che ha concrete possibilità di vincere le primarie e battere la Moratti.

I sondaggi lo danno testa a testa con Boeri e ogni giorno sentiamo crescere il consenso attorno alla sua candidatura.

Ad una città fondata sull’egoismo sociale e individuale, sulla caccia all’immigrato e sulla persecuzione dei rom, su una cultura xenofoba e razzista, su un modello di vita che lascia ai margini intere fette di popolazione come gli anziani e i disabili, sull’indifferenza verso chi perde il lavoro e verso chi non ha una casa, Giuliano Pisapia contrappone l’idea di una città “bene comune di tutti i cittadini” fondata sulla cultura dei diritti, capace di mettere al centro politiche inclusive verso i più deboli, interventi finalizzati a creare posti di lavoro e a costruire case popolari che non siano simili a topaie.

Ad una città abbandonata nelle mani di personaggi senza scrupoli, pronti a trasformare l’Expo in affari  di famiglia attraverso speculazioni e lottizzazioni incuranti della distruzione del territorio e delle comunità sociali che vi abitano, Giuliano Pisapia oppone l’idea di una città fondata sulla legalità, sull’intransigente contrasto alle mafie e alla criminalità organizzata, e sulla ricerca di un nuovo equilibrio ambientale ed “ecologico”.

Il ripetuto impegno che Giuliano si è assunto per il riconoscimento dei diritti delle copie di fatto costituisce un valore aggiunto su un tema che ci vede fanalini di coda in tutta l’Europa occidentale.

Gli interessi che nei prossimi anni (con l’Expò) ruoteranno attorno a Milano sono enormi ed è quindi facile immaginare che la prossima primavera lo scontro politico con il candidato del centro destra (chiunque sia) sarà durissimo.

Sarà essenziale arrivare a quell’appuntamento con un candidato come Giuliano in grado di suscitare speranze ed entusiasmo nei tanti che in questi anni, anche a sinistra, delusi e amareggiati si sono rifugiati nell’astensionismo.

Vittorio Agnoletto

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