Nonostante gli errori che, anche nella nostra regione, hanno segnato la vita della sinistra politica, si è riusciti, durante questa campagna elettorale, a ristabilire una connessione con chi soffre maggiormente gli effetti delle politiche liberiste.
In Lombardia è necessario un voto per costruire oggi un’opposizione intelligente e domani un governo di vera alternativa al formigonismo. Il programma di Penati, per dirla con le parole di Moni Ovadia, è infatti solo la fotocopia sbiadita di un originale, quello di Formigoni. Gli esempi sono molti: dall’Expo 2015, che per entrambi rappresenta una grande opportunità, mentre per noi rischia di diventare terra di conquista per la ‘ndrangheta e business speculativo, al tema immigrazione: mentre Formigoni è schiacciato dalla violenza xenofoba della Lega, Penati è colui che da presidente della provincia propose di multare gli islamici che pregavano col tappetino sui marciapiedi.
Il gran numero di politici arrestati o indagati dimostra come la gestione della Lombardia sia contrassegnata da idee e pratiche fondate sulla cultura dell’illegalità e dell’intolleranza, senza che da parte del Pd vi sia alcuna reale opposizione, anzi la pratica del consociativismo ha favorito l’attività dei poteri mafiosi.
Questa situazione ha convinto alcune delle principali personalità della tradizione democratica milanese ad appoggiare la mia candidatura: Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Paolo Rossi, Milly Moratti, Giorgio Galli, Andrea Di Stefano e tanti altri con percorsi politici e culturali differenti. Con loro, e con tutti gli elettori, ho assunto un impegno solenne: invertire la tendenza degli ultimi anni, contraddistinta da divisioni e scissioni e fare di queste elezioni regionali il primo passo per riunificare tutto ciò che c’è a sinistra del Partito Democratico.
Per fare ciò occorre innanzitutto superare la soglia di sbarramento del 3 per cento – obiettivo alla nostra portata ma che necessita dello sforzo di tutti.
Una scelta astensionista, oggi, rischia di lasciare senza interlocuzione istituzionale chi è sopraffatto dal peso della crisi: sarebbe un comportamento snobistico e autolesionista; mi rivolgo anche agli elettori di SeL perché si sgancino dall’indecente alleanza con Penati.
Oggi è necessario mandare al Pirellone un vera voce d’opposizione su un programma che prevede: l’estensione della cassa integrazione, la tutela del popolo delle partite IVA, l’istituzione di un “salario sociale”….; la difesa della sanità e della scuola pubblica appaltate da Formigoni alla compagnia delle Opere; l’istituzione di una Commissione regionale di vigilanza sugli appalti dell’Expò presieduta da un esponente di Libera; la difesa dei beni comuni, a partire dall’acqua pubblica e dall’aria che respiriamo,il rifiuto del nucleare…..
Ma da lunedì dobbiamo velocemente ricercare le strade di un percorso comune per costruire un unico polo a sinistra, autonomo culturalmente dal PD; è questa la richiesta che ogni giorno ci rivolge il vasto mondo della sinistra diffusa.
Vittorio Agnoletto
candidato presidente in regione Lombardia per la Federazione della Sinistra
Bravo, bravo, bravissimo!. Sicuramente avrai il mio voto caro Vittorio, sperando che anche gli amici di SeL capiscano. Ma non fermiamico alla regione.
Per una rifondazione della sinistra. Coraggio