Di Giorgio Guaiti.

Lotta alla corruzione, aiuti ai lavoratori in difficoltà, centralità del pubblico nella sanità e nella scuola, no all’expo, no al nucleare. Questo il programma della Federazione della Sinistra. A spiegarlo è Vittorio Agnoletto, candidato presidente del “cartello” costituito da Prc e Comunisti italiani.

Dottor Agnoletto, se non arriverà almeno secondo alle elezioni non entrerà in Consiglio e la sua resterà una candidatura “di bandiera”.

«è stata una scelta. Per dimostrare che non sono a caccia di poltrone: uscito dal Parlamento europeo sono tornato a fare il medico e a occuparmi di lotta all’Aids. E oggi mi rivolgo agli elettori della Federazione, ma anche a quelli del centrosinistra».

In concorrenza con Penati?

«Chiariamo subito: il nostro avversario politico è Formigoni. È lui l’uomo da battere. Però vorrei anche che qualcuno mi spiegasse in cosa si differenzia il programma di Penati da quello di Formigoni. Penati è a favore dell’Expo, non ha fatto nulla contro la privatizzazione dell’acqua: il suo programma sembra la fotocopia di quello di Formigoni. Dunque, l’avversario è Formigoni, ma il mio discorso è rivolto anche agli elettori di centrosinistra».

Parliamo del programma.

«Al primo posto ci sono la trasparenza e la lotta alla corruzione. La mafia in Lombardia non è il problema di poche mele marce: c’è un sistema che è completamente marcio, come è dimostrato dagli arresti di un assessore regionale e da altri amministratori indagati in diverse parti della regione. Una situazione che con l’Expo rischia di peggiorare. Da qui la proposta di costruire una commissione di vigilanza sugli appalti presieduta da un esponente di Libera, magari don Ciotti, e senza che ne facciano parte persone indagate».

E per il lavoro?

«Noi proponiamo l’istituzione di un salario sociale per chi, con la crisi, è stato licenziato senza cassa integrazione, oltre a una forma di welfare per il “popolo della partite Iva”. Infine chiediamo che le aziende che hanno ricevuto contributi pubblici non possano de localizzare. Poi ci sono la sanità e la scuola».

In che termini?

«Per entrambe il punto chiave è la centralità del pubblico. In Lombardia ci sono 80mila cartelle cliniche sequestrate dalla magistratura per il sospetto di modifica delle diagnosi per avere un rimborso più alto. E per la scuola è lo stesso discorso: no ai “buoni” per la scuola privata, sì al sostegno alla scuola pubblica».

Chiudiamo con l’ambiente.

«Semplice: no all’Expo e agli enormi investimenti sulle grandi opere e sull’alta velocità per puntare invece sui treni per i pendolari e sui mezzi pubblici. Infine: sempre e ovunque no al nucleare».

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