Agnoletto, lei ha firmato il patto proposto ai candidati dai pendolari: che cosa si può fare, concretamente?
La situazione dei treni è nota ed è inaccettabile: bisogna investire sull’ammodernamento, in quantità e qualità, perchè nell’area metropolitana ci sono 5 milioni di pendolari, calcolando andata e ritorno. I soldi si trovano non investendo nell’alta velocità. è chiaro che non lascerei una linea a metà, ma l’Av la usano in pochi, e molti sono obbligati perchè sono spariti gli Intercity. Bisogna responsabilizzare lo Stato sui suoi doveri.
Uscirebbe da Tln?
No, la sinergia fra Trenitalia e LeNord è utile per ottenere un sistema integrato di trasporto pubblico, per togliere auto dalle strade, ma il punto è: ci sono i soldi?
Anche contro l’inquinamento, quindi, la soluzione è l’integrazione con le esigenze private. Come?
La giunta Moratti ha varato l’Ecopass che è uno specchietto per le allodole perchè i soldi degli ingressi non sono stati investiti nei trasporti. La Regione ha investito nella brebemi, non sugli interporti per fermare i camion fuori città.
Bocciata anche la Brebemi.
Mi faccia fare una battuta: le strade sono come gli armadi, più ne hai più li riempi. Il risultato è che quando li apri ti frana tutto addosso. Ci ritroveremo circondati di auto e inquinamento.
Il lavoro; cosa farebbe se diventasse presidente?
Userei di più i fondi europei per le aziende, che sarebbero obbligate a non delocalizzare. Tutelare chi l’ha perso, anche le partite Iva: non tutti sono ricchi, la maggior parte è obbligato ad aprirla. E darei un salario sociale agli atipici senza lavoro: sul modello danese, mille euro al mese per 2/3 anni durante i quali lo Stato ti fa fare corsi professionali e ti propone altri impieghi entro un tot di chilometri.
Simona Mantovani