10/03/2010 – Buongiorno Vittorio, direi che potremmo iniziare dal “fatto del giorno”: il caos delle liste Pdl per Lombardia e Lazio. Secondo lei ha ragione Cappato o Formigoni? In sostanza le inadempienze burocratiche sollevate dai radicali sono attendibili, oppure come dice il governatore lombardo è tutto regolare?

“Sicuramente ha ragione Cappato. In particolare, l’elemento che ha portato a questo errore il PdL, è facilmente inquadrabile: si chiama ‘arroganza’. Credo che l’arroganza di Formigoni e del suo gruppo gli abbia giocato un brutto scherzo. Lui si considera l’imperatore di questa Regione, non un normale presidente eletto dai cittadini, e come tale si sente al di sopra di ogni legge”.

I Radicali sono rimasti fuori proprio a causa di un numero insufficiente di firme…

“Quelli che Formigoni ha chiamato ‘orpelli’. E invece la nostra attenzione dovrebbe focalizzarsi su delle leggi che dovrebbero rispettare tutti. Non solo i più deboli”.

C’è chi pensa che da questa situazione emerga in modo chiaro la discrepanza organizzativa fra il Pdl a livello nazionale e quello a livello regionale…

“Infatti. A livello nazionale c’è una persona che decide per tutti, Silvio Berlusconi. Quando non è direttamente Berlusconi a prendere l’iniziativa, regna il caos più totale”.

Come andrà a finire?

“Adesso vediamo cosa decideranno i giudici. Aspettiamo il responso delle perizie calligrafiche (se ci saranno). Basta che poi non si senta parlare di complottismo”.

E l’intervento del ministro La Russa?

“Ho trovato davvero disgustoso che sia andato lui a presentare ricorso. Il governo ha un altro compito, proporre leggi e farle rispettare. Andare invece a presentare un ricorso perché la propria parte politica non ha rispettato una legge, insomma… Qualcuno ci potrebbe anche leggere una forma d’intimidazione nei confronti dei giudici. Ognuno dovrebbe rispettare il proprio ruolo. Quello di La Russa è fare il ministro della Difesa”.

Penati dice a tal proposito che “Formigoni è talmente tranquillo che ha fatto intervenire anche l’esercito”…

“È una battuta azzeccata”.

I giudici decidono, e si andrà a votare regolarmente. Un parere sui prossimi ipotetici cinque anni di governo Formigoni…

“Sono molto preoccupato. A partire dal fatto che per legge non dovrebbero esserci più di due mandati per una carica istituzionale. Tempo fa definirono dittatore Chavez, presidente del Venezuela, perché si offrì di essere eletto per la terza volta consecutiva. E allora qui? Se non sbaglio siamo alla quarta volta”.

Lei – in virtù della sua professione di medico – usa un termine particolare per definire il vincolo di non andare oltre la seconda legislatura…

“Io uso il termine ‘anticorpo’. Questo veto è, infatti, un anticorpo per la difesa della democrazia. Solo con questo ‘paletto’ istituzionale si evita che un politico consideri ‘cosa propria’, la cosa pubblica”.

Nella prossima legislatura, peraltro, ci sarà Expo…

“È uno dei motivi per cui sono molto preoccupato. Expo significa una barca di soldi che arrivano. E se fin da ora c’è gente che con i soldi predica bene, ma razzola male, si dovrebbero comprendere le mie perplessità”.

A chi si riferisce?

“A numerosi politici colti in flagrante, alla vicenda dell’assessore regionale Prosperini. Poi ci sono situazioni poco chiare come lo scandalo di Trezzano (coinvolgente Stefano Maullu, assessore regionale, Ndr). E anche sul disastro ambientale del Lambro molte cose non tornano… Se in questa fase ci sono già tutti questi problemi, non oso immaginare a che livello arriveranno le azioni di mafia e malaffare coi numerosi appalti che dovranno essere assegnati”.

I magistrati parlavano di forte rischi di penetrazione dell’’ndrangheta…

“E la Regione cosa fa?”

Cosa fa?

“Nomina una commissione per sorvegliare gli appalti, con persone indagate. È inaccettabile”.

Penati cosa dice?

“Penati non fa opposizione. Fa opposizione di facciata. Fa consociativismo. In questo modo non si arriva da nessuna parte”.

Voi cosa fareste?

“Noi proponiamo dei consiglieri che si comportino da sentinelle e vadano a ficcare letteralmente il naso in ogni appalto per capire dove vanno a finire i soldi e come vengono utilizzati. Un lavoro capillare. E concreto. Gestito da un polo di sinistra autonomo. Benché la mia candidatura si rivolga a tutta la Sinistra”.

Altre cose che non le piacerebbero dell’ipotetico quarto governo Formigoni?

“Temo la continua privatizzazione della sanità e della scuola. Per ciò che riguarda l’istruzione mi riferisco ai buoni scuola che servono per garantire il diritto allo studio. Gli studenti lombardi che frequentano la scuola privata sono il 9%. A questa piccola percentuale va il 95% dei buoni scuola. Senza nessuna differenza di ceto. Vi sono centinaia di famiglie con un reddito compreso fra 140 mila e 200 mila euro all’anno che usufruiscono del buono scuola”.

Poi c’è la sanità…

“In 5 anni siamo passati dal 30% della spesa sanitaria destinata ai privati al 38%. Parliamo di esami diagnostici. Il 50% della spesa va ai privati. Per forza. Le liste di attesa sono infinite. La gente si stanca di aspettare e abbandona il servizio pubblico, a suo discapito”.

Però Milano e la Lombardia sono all’avanguardia per quanto riguarda i poli di eccellenza medici e le strutture hi-tech a disposizione dei medici…

“Io sono un medico e so perfettamente che ci sono – a Milano e in Lombardia – dei luoghi d’eccellenza nell’ambito della sanità e ottime tecnologie. Ma è il meccanismo, è il sistema che non funziona. Oltre dieci cliniche private sono sotto inchiesta. I magistrati hanno sequestrato 80 mila cartelle cliniche. C’è il rischio che siano state manipolate per poter permettere alle cliniche di avere rimborsi più alti dalla Regione. Ci sono in ballo 18 milioni di euro di soldi pubblici finiti impropriamente nelle tasche delle cliniche private”.

Ritiene che sia il caso di modificare la legge regionale sulla sanità…

“Sicuramente. Partendo dal presupposto che si fa riferimento alle leggi americane dove il sistema sanitario è completamente diverso dal nostro. Poi è necessario intervenire sui direttori delle Asl. E stabilire delle sanzioni quando si verificano liste di attesa troppo lunghe”.

Quindi, ritornando a noi e all’ipotesi dei prossimi cinque anni di governo Formigoni…

“Se Formigoni va avanti per altri 5 anni, tutti questi problemi diverranno ancora più evidenti. Rischiamo il punto di ‘non ritorno'”.

Federazione della Sinistra di cui Agnoletto è leader decide di correre da sola. Cosa vi dissocia da Penati?

“Ci dissocia il fatto di essere gli unici a offrire un programma veramente alternativo a Formigoni. Penati non fa nulla di tutto ciò. Noi vogliamo costruire una vera opposizione. Non vogliamo rincorrere l’attuale governatore. Noi abbiamo idee che gli altri non condividono”.

Qualche esempio al volo?

“Per esempio riteniamo Expo una catastrofe ambientale, a discapito della qualità di vita dei cittadini. Una gran parte dei soldi spesi per Expo potrebbero essere utilizzati per altri scopi. Per costruire case popolari, potenziare i trasporti pubblici, risolvere i problemi dei pendolari…”

Adesso però c’è il Freccia Rossa…

“Che viene utilizzato da un target molto limitato di persone e di un certo livello sociale solo per arrivare un’ora o mezz’ora prima a Bologna o a Roma. In compenso ci sono pendolari che per andare a Mantova devono cambiare 3 treni”.

E per quanto riguarda l’acqua pubblica…

“L’acqua è il bene più prezioso di cui tutti devono poter beneficiare senza problemi. Per questo motivo noi siamo assolutamente contro la sua privatizzazione”.

Poi c’è l’immigrazione…

“Qui, addirittura, Penati si colloca fra Formigoni – che spesso è costretto a moderare i toni per non rompere completamente col cardinale Tettamanzi – e la Lega”.

In che senso?

“Penati aveva proposto di utilizzare il codice della strada per sanzionare chi stende un tappetino in un giardinetto per pregare. Siamo per il rispetto del pluralismo religioso? Siamo uno stato laico? Non è giusto creare dei luoghi, per esempio delle moschee, dove i musulmani possano pregare tranquillamente?”

C’è chi dice che le moschee a Milano siano covi di terroristi…

“È l’ennesimo luogo comune. Se un imam viene indagato, non vuol dire che tutti coloro che frequentano la sua moschea siano delinquenti. La responsabilità penale è individuale. Se in una chiesa cattolica viene smascherato un prete pedofilo viene chiuso il luogo di culto?”

Non penso…

“Infatti. Si va oltre il caso singolo, e si guarda all’importanza della fede e del culto. Così dovrebbe essere per i musulmani. Il diritto di pregare in una moschea, chi crede nell’Islam, lo deve avere”.

L’Italia dei Valori?

“Sono schierati con Penati. Ma vorrei chiedergli come può un partito, che fa della trasparenza la propria battaglia principale, ad appoggiare un candidato (Penati) che rivendica l’importanza del ruolo di Craxi”.

Chi è Craxi per Agnoletto?

“Per me Craxi rimane un indagato che è scappato all’estero”.

Qualche nome schierato con Agnoletto?

“Paolo Rossi (il comico), Dario Fo, Franca Rame, Margherita Hack, Moni Ovadia, Emilio Molinari…”

Come sono i rapporti con gli altri leader di sinistra?

“Con Daniele Farina (Sinistra e Libertà) sono ottimi. Così con gli esponenti di Sinistra Critica”.

Farina sta con Penati… e Sinistra Critica?

“Non è schierata. Suppongo però che molti voti di Sinistra Critica giungano a noi”.

Tornando alla questione immigrazione. Cosa si può fare concretamente perché non avvengano più episodi cruenti come quelli costati la vita l’anno scorso ad Abba (ucciso a sprangate in via Zuretti) e quest’anno ad Abdel Aziz el Saied (accoltellato poche settimane fa in via Padova)?

“Dobbiamo essere sinceri, niente demagogia, l’immigrazione non può essere fermata. L’IOM, International Organization for Migration, dice che ogni anno ci sono 250 milioni di migranti nel mondo. Sono persone che scappano dalle guerre, dalla miseria, dalle attività illecite dei paesi potenti. Affrontare l’immigrazione significa affrontare un tema epocale. Non esiste la bacchetta magica, ma si possono fare delle proposte importanti, a partire da quella di aiutare i paesi terzomondisti sul loro territorio. Creando posti di lavoro, sovvenzionando progetti che inducano le persone a non lasciare la terra natia”.

E in Italia?

“L’Italia, purtroppo, è all’ultimo posto nell’aiuto nella cooperazione internazionale. In base agli accordi internazionali dovremmo, infatti, destinare alla cooperazione internazionale lo 0,7% del prodotto interno lordo, mentre la triste realtà è che siamo allo 0,09%. In Italia, comunque, dovremmo iniziare a renderci conto della straordinaria importanza della forza lavoro degli immigrati. Secondo i dati della Caritas i migranti producono il 9,5% del prodotto interno lordo. Producono molta più ricchezza di quanta ne utilizzano. Questo perché gli extracomunitari che lavorano in Italia sono quasi tutti giovani e in buona salute. Lavorano, dunque, nel nostro paese per qualche anno, poi tornano a casa. E i soldi dei loro contributi finiscono nelle pensioni degli italiani. Un lavoratore su sei in Lombardia è un migrante. Pensiamo a cosa accadrebbe se domani tutte le persone provenienti dall’estero smettessero di colpo di lavorare. Chi curerebbe i nostri anziani? Chi farebbe lavori che ormai più nessuno si sogna di fare?”

C’è però un serio problema d’integrazione…

“Soprattutto nelle regioni del nord governate dalla Lega. Via Padova è in subbuglio da anni. Ma mai nessuno s’è deciso a fare qualcosa di concreto. In via Padova da tempo si è formato un comitato di cittadini italiani e stranieri che segnala costantemente agli amministratori i traffici loschi di alcuni personaggi. Ma il Comune fa orecchie da mercante. Poi non c’è da stupirsi se ci casca il morto”.

La Lega sul tema immigrazione è più radicale…

“La Lega è anche Salvini che dice di destinare i vagoni del metrò solo alle donne italiane… Così ci riporta a prima di Martin Luther King”.

Lo abbiamo intervistato anche noi. E alla fine ci ha spiegato che è stato frainteso. Lui in realtà pensava a vagoni destinati alle donne in generale, di qualunque etnia…

“A posteriori tutti sono capaci di correggere ciò che ormai è stato detto. Non è andata così. S’è rimangiato le parole dopo che anchemolti del suo partito avevano storto il naso. Alla faccia della boutade”.

Chiudiamo con il tema lavoro…

“Su questo argomento, forse il più importante, proponiamo il raddoppio della cassa interazione. Da 52 a 104 settimane. La cassa integrazione anche per i lavoratori a tempo determinato e a progetto. Proponiamo i commissari nominati per rilanciare le grosse aziende, anche per le piccole imprese. E che la nomina giunga dalla Regione, non dal Governo nazionale. Importante poi il salario sociale per tutti coloro che perdono il posto di lavoro e non possono godere di altri ammortizzatori sociali”.

Infine la domanda che poniamo a tutti i nostri interlocutori. Può dirci l’angolo milanese che ama di più?

“Gli angoli di Milano che amo di più sono quelli legati ai miei anni giovanili. Per esempio Piazza Fontana. Ogni volta che passo di lì mi vengono i brividi. Amo il liceo Berchet, la mia scuola. Dicevano che negli anni della contestazione non si faceva niente. E invece noi andavamo a scuola anche il pomeriggio”.

Qualche tempo fa parlavamo di ‘Avanguardia Operaia’ con Lionello Cerri, fondatore del cinema Anteo…

“Io facevo parte del ‘PdUP’, Partito di Unità Proletaria. La persona alla quale guardavo con grande stima e ammirazione era Vittorio Foa, numero 2 del grande sindacalismo italiano”.

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