La sanità pubblica nelle mani dell’attuale direttore sanitario di uno dei più grandi gruppi privati, il S. Donato, operanti nella sanità regionale! Un ossimoro!
Perché si è voluto imporre Pregliasco come capolista della lista Majorino sapendo che questa scelta avrebbe messo a rischio il fronte unitario che si era costituito contro Fontana, Gallera e Moratti? Una scelta inspiegabile se veramente vogliamo liberarci di costoro.
Ora purtroppo sarà più chiaro a tutti perché non è stato possibile proseguire nella costruzione della lista “Curiamo la Lombardia”.
Avevamo lavorato mesi per convincere centinaia di medici, operatori sociosanitari, educatori, avvocati, insegnanti, professori avvocati, attivisti a unirsi per costruire un fronte comune per cacciare Fontana, Gallera, Moratti & company; molti, schifati dalla politica, non votavano da tempo, altri non avrebbero mai pensato di appoggiare un candidato Pd…avevano accettato di mettersi in gioco con “Curiamo al Lombardia”, sulla base di un preciso patto condiviso da tutta la coalizione: la centralità della difesa della sanità pubblica, come bene assoluto e indiscutibile.
Quando è arrivata la notizia che Majorino aveva scelto come capolista della sua lista Pregliasco, presentato con grande clamore, come “un valore aggiunto”, la delusione e la convinzione di essere stati presi in giro hanno spinto tanti, tantissimi (primi tra questi i medici, forse perché ben conoscono l’operato del gruppo S. Donato) a ritirare la loro disponibilità alla candidatura, ponendo così fine alla costruzione della lista “Curiamo la Lombardia”. Progetto al quale io avevo lavorato e creduto con tutto me stesso insieme a tanti altri. Non si tratta quindi delle sorti individuali o della singola candidatura, mia o di qualcun altro, né di ripetere che le “porte sono aperte” verso il sottoscritto, ma dell’impossibilità di procedere in un progetto che era collettivo e che proprio per questo andava valorizzato.
Se l’obiettivo è veramente quello di cacciare Fontana e di impedire il ritorno di Gallera, responsabili di aver distrutto la nostra sanità regalandola ai privati, come si può pensare di voltar pagina affidandosi a chi sta gestendo un pezzo (importante) di quella stessa sanità privata??!!! Oggi di fronte all’ipotesi che Pregliasco possa diventare assessore alla sanità questa domanda si pone con ancor più forza.
E non basta ripetere in continuazione che si difenderà la sanità pubblica: le parole non costano, i fatti contano.
Così rischiamo di regalare di nuovo la Lombardia a Fontana e Gallera. Così certamente non si recupera né il consenso, né i voti dei tanti che qualche mese fa si sono astenuti, gridando la loro estraneità a questo sistema politico. Non si va da nessuna parte senza di loro e senza tutti coloro che durante la pandemia, giorno dopo giorno hanno lottato, denunciato, assistito, aiutato contrapponendosi a Fontana e Gallera, rischiando anche il posto di lavoro.
Incrociare la faccia di Gallera nei manifesti della nostra città è per me un insulto alla nostra intelligenza, un’offesa insopportabile alle tante morti che si sarebbero potute evitare.
Continuerò nel mio impegno quotidiano per la tutela della salute di tutti; per far questo non è necessario avere un posto nel Consiglio regionale. In queste settimane continuerò a mettere disposizione di tutti – e in particolare dei candidati che saranno coinvolti in prima persona nella campagna elettorale contro Fontana e Moratti, dentro o fuori dalla coalizione – le informazioni, le denunce, le ricerche e le indagini fatte in questi anni dalle nostre reti.