Tre cose che l’Italia e l’UE dovrebbero fare immediatamente:
ricorrere alle licenze obbligatorie, una clausola di salvaguardia prevista nell’art. 31 degli accordi sulla proprietà intellettuale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (gli accordi TRIPs) che autorizza gli Stati in una situazione di pandemia e di difficoltà economica a produrre direttamente i farmaci salva-vita come farmaci generici scavalcando il brevetto.
appoggiare le richieste di India e Sudafrica di un’immediata moratoria sui brevetti per i vaccini e i farmaci anti-Coronavirus;
rivendicare che i brevetti finanziati coi soldi dei cittadini siano pubblici e quindi i vaccini vengano considerati un bene comune;
Per raggiungere questi obiettivi è necessario firmare e sostenere la petizione europea www.noprofitonpandemic.eu\it dobbiamo raccogliere un milione di firme in EU e 180.000 in Italia
La salute di 446 milioni di cittadini europei e di 7,8 miliardi di esseri viventi è nelle mani di un pugno di aziende farmaceutiche; mai vi è stata una simile concentrazione di potere. Un potere che riduce a carta straccia ogni accordo commerciale e che si fa beffe delle multe: Big Pharma in due anni, nel 2016 e 2017, è stata multata per 2,9 miliardi di dollari, ma in quegli stessi anni i ricavi sono stati rispettivamente di 524 e di 551 miliardi. E’ evidente quindi come la minaccia del governo italiano di ricorrere alle vie legali non sortisca alcun effetto; di fronte alla prospettiva di guadagni stratosferici il rischio di qualche multa è già stato messo a bilancio.
Secondo Bloomberg Intelligence, per il vaccino contro il Coronavirus, tra quanto incassato nel 2020 e quanto incasseranno nel 2021, le principali case farmaceutiche si divideranno tra loro circa 20 miliardi di dollari di soldi pubblici. L’industria farmaceutica è tra i settori che riesce maggiormente ad aggirare i sistemi fiscali nazionali spostando i ricavi nei Paesi nei quali la pressione fiscale è minore; si calcola che ogni anno sono centinaia i milioni di euro che, in questo modo, vengono sottratti all’erario italiano.
Ma nonostante questo incredibile finanziamento realizzato con il denaro dei cittadini a favore di quelli che potrebbero essere considerati dei “grandi evasori”, i brevetti dei vaccini resteranno per vent’anni proprietà esclusiva delle aziende private che potranno decidere come, quanto, dove e come produrre; potranno scegliere di vendere la “merce” ai migliori offerenti e decidere con quale partner produttivo stipulare dei contratti per aumentare la produzione e i profitti.
E noi cittadini finanziatori non abbiamo nemmeno il diritto di conoscere le condizioni attraverso le quali abbiamo distribuito i nostri soldi; infatti, i contratti sono secretati e sembrerebbe che contengano persino una clausola che solleva le aziende da eventuali risarcimenti per gravi eventi negativi conseguenti alla vaccinazione; sarebbero le istituzioni a pagare il risarcimento, ancora una volta coi nostri stessi soldi.