In queste ore sento molte persone gioire per la caduta del Satrapo, per la scomparsa di nani e ballerine (per non dire di peggio) dai vertici del nostro Stato.

E’ un sentimento comprensibile dopo un ventennio nel quale questo Paese ha perso qualunque dignità. Né si può ignorare cosa abbia significato il berlusconismo in termini di corruzione generalizzata, rapporti con la criminalità organizzata ecc.

Ma se tutto ciò è vero, non possiamo ignorare quello che c’è dietro le facce pulite, i vestiti a tono, i discorsi misurati dei componenti del nuovo governo; certamente molto lontani nell’immagine che danno di sé dal circo al quale eravamo abituati, ma non così lontani come sembrerebbe da quegli stessi interessi economici e finanziari che hanno tanto beneficiato dall’azione del governo precedente.

Il potere finanziario internazionale di fronte ad una crisi difficile da gestire in termini di consenso decide di intervenire direttamente, saltando la mediazione della rappresentanza politica alla quale fino ad ora aveva delegato la tutela dei propri interessi tollerando gli eccessi e berlusconiani.

Non basterebbe una pagina di quaderno per elencare tutti i Consigli di Amministrazione, tutte le banche, tutte le istituzioni private nelle quali sono presenti gli uomini e le donne della nuova compagine governativa.

E’ impressionante ascoltare le lodi che si levano ovunque, o quas,i verso il nuovo governo, sembra che tolto di mezzo Berlusconi nulla più divida gli schieramenti politici; ed in parte è così, purtroppo, almeno se ci riferiamo agli aspetti economici e finanziari, che per altro non sono certo secondari.

Con Monti trionfa il pensiero unico del liberismo.

Noi, che queste cose le abbiamo dette, descritte e annunciate da oltre 10 anni, abbiamo un compito complicato ma fondamentale: riuscire a costruire un’opposizione che non si parli addosso,un’opposizione  in grado di spiegare ai nostri concittadini bombardati da una propaganda a senso unico, che quelli che ora dovrebbero risolvere la crisi governandoci, appartengono agli stessi gruppi di potere che questa crisi l’hanno creata.

Cerchiamo di spiegare che se anche il PIL  aumentasse, che se anche la differenza coi titoli tedeschi diminuisse non c’è alcuna automaticità perché migliorino contemporaneamente le condizioni di vita della maggioranza della popolazione.

Per molti di noi queste cose possono sembrare scontate, ma abbiamo il dovere di trovare la pazienza per convincere delle nostre ragioni i tanti che magari hanno lottato per anni contro Berlusconi e che oggi pensano che i loro problemi di sopravvivenza siano in via di soluzione.

Non è così.

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