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L’Aula di Palazzo Madama, dopo due giorni di discussione, ha deciso di rinviare in Commissione il testo di legge che permetterebbe finalmente all’Italia di rispettare le convenzioni internazionali

Il passo in avanti mosso dalla Commissione Giustizia del Senato per permettere finalmente all’Italia di rispettare le convenzioni internazionali sulla tortura, si è improvvisamente arenato ieri. L’Aula di Palazzo Madama, dopo quasi due giorni di discussione, ha deciso di rinviare in Commissione per «ulteriori approfondimenti» il testo di legge che introduce il reato di tortura nel nostro ordinamento penale messo a punto dal relatore Felice Casson. A bloccare l’iter ci hanno pensato Lega, Pdl e Udc, timorose che l’introduzione del reato, così come è previsto e formulato nella Convenzione Onu ratificata dall’Italia nel 1988, possa limitare l’azione delle forze dell’ordine. Particolare preoccupazione desta l’articolo 1 che parla di «reiterate lesioni o sofferenze fisiche o psichiche ad una persona», queste ultime da eliminare, secondo il centrodestra. «È un vergognoso gioco a rimpiattino – ha commentato Casson

– In commissione il testo è stato approvato all’unanimità, abbiamo proposto almeno dieci soluzioni possibili ma evidentemente qualsiasi soluzione al centrodestra non va bene. C’è chi vuole che la tortura in Italia non sia un reato».

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