– da il manifesto di oggi – Giustizia è fatta! Sono stati necessari nove anni ma finalmente alcuni giudici coraggiosi hanno ricostruito la catena di comando della notte cilena alla Diaz.
Perchè la condanna a De Gennaro questo afferma: che fu lui quella notte ad allertare Sgalla, il capo ufficio stampa della polizia e mandarlo davanti alla Diaz. Quindi De Gennaro sapeva e, visto che era il capo supremo, è impossibile pensare che non abbia partecipato alla decisione.
Ora vi sono tutti gli elementi per risalire alle responsabilità politiche di chi allora era presidente del consiglio, Berlusconi, ministro degli Interni, Scajola, o era nella sala operativa dei carabinieri, Fini. Questo dovrebbe essere l’obiettivo dell’opposizione, ma di certo non accadrà; tutti i governi che si sono succeduti in questi anni, indipendentemente dal loro colore, hanno protetto (o temuto) e promosso De Gennaro e la sua squadra. Di questo dovrebbero rispondere i governi di destra ma anche Prodi, Amato (che lo volle con sè al ministero), Violante e Di Pietro che impedirono l’istituzione di una Commissione d’inchiesta parlamentare.Oggi De Gennaro e tutti i condannati dovrebbero dimettersi o essere immediatamente rimossi dal governo. Mi auguro che almeno quest’obiettivo, che risulterebbe ovvio in tutto Europa, sia perseguito dall’opposizione.
Ho scritto giudici “coraggiosi” non a caso: non è semplice condannare chi è ai vertici dei servizi segreti, lo è ancora meno in Italia, nel pieno di un attacco alla magistratura, con in carica il governo di allora.
Con la sentenza di oggi più nessuno può nascondersi dietro la retorica delle mele marce, perché se esistono, sono ai vertici della polizia e dei servizi. Qualunque opera di bonifica deve iniziare da quel livello.
Ricordo bene quella notte, quando giunsi alla Diaz chiamai Andreassi, l’allora numero due della polizia, chiedendogli di far cessare quella mattanza: lui rispose che non poteva farlo, facendomi intendere che non dipendeva da lui. È  l’unico a non aver fatto carriera.
Con la sentenza di ieri, che si aggiunge a quelle sulla Diaz e su Bolzaneto, la verità giudiziaria viene a coincidere con quello che subito dichiararono le vittime e il GSF. In molti casi le condanne sono state miti e probabilmente nessuno finirà in carcere, ma è anche vero che nel Paese delle stragi impunite questo è uno dei pochi casi dove si è giunti a una forte coincidenza tra la verità giudiziaria e quella storica.
Resta un vulnus enorme: la verità sulla morte di Carlo Giuliani; non c’è nessuna certezza che il colpevole, assolto senza processo, sia davvero colui che ha sparato e ucciso.
P.S. un’ultima annotazione personale: in questi anni ogni volta che denunciavo pubblicamente le responsabilità dei vertici della polizia si verificavano strane coincidenze: il cellulare diventava silente, due incursioni nel mio ufficio con furto dei soli pc, lettere minatorie, forzatura dell’auto, estranei che cercavano di entrare a casa mia: tutto denunciato e regolarmente archiviato. Oggi il mio telefono funziona normalmente. Anche questa è una buona notizia.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici e non effettua alcuna attività di profilazione. La navigazione sul sito non richiede il consenso da parte dell’utente. Cookie policy

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi